Sergio Dalmasso storico del movimento operaio. QUADERNI CIPEC e Altri Scritti
  

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Per una lista comunista alle elezioni provinciali  Dicembre 2008   Torna alle categorie

Per una lista comunista alle elezioni provinciali

Per una lista comunista alle elezioni provinciali

La sconfitta alle elezioni politiche che ha cancellato la presenza parlamentare delle forze di sinistra non è nata solamente dall’improvvisazione nella costruzione della Sinistra Arcobaleno, ma dal fallimento della politica condotta negli ultimi anni:

  •  la presenza al governo non ha dato risultati concreti e ha fatto percepire la sinistra come inutile ed inefficace
  •  le forze comuniste hanno subito una diaspora dolorosa e non sono riuscite nel compito di ricostruire un Partito comunista di massa che riprendesse le migliori parti della nostra storia e si aprisse alle realtà di movimento che emergevano nella società.

 

Abbiamo quindi:

  •  un governo di destra, fra i peggiori in Europa (populismo, neofascismo, razzismo, integralismo)
  •  una crisi economico-sociale da cui è profondo il rischio di uscire a destra, con una guerra tra poveri e il moltiplicarsi di odi, razzismi, chiusure negli egoismi di ceto o di area geografica
  •  una realtà internazionale in cui, accanto a spinte positive (l’America latina) e agli interrogativi sulla presidenza di Obama, si moltiplicano le guerre, i fondamentalismi di ogni tipo, si accrescono i divari fra centro e periferia del mondo e quelli di classe all’interno di ogni paese
  •  una opposizione debole, sempre tentata dal dialogo con le destre, rappresentata da un PD, diviso, percorso dalla questione morale, ormai privo di ogni radicamento e cultura di sinistra e dal “dipietrismo” che incarna il populismo, l’”antipolitica”, una rabbia giustificata, ma incapace di legarsi a temi sociali, contro un sistema politico che pare irriformabile
  •  un movimento operaio sconfitto, diviso, privo di riferimenti politici, colpito da flessibilità, precarietà, attacco frontale al lavoro e ai diritti collettivi, frantumazione.

 

Questi dati non sono estranei alla nostra realtà. Intere aree industriali piemontesi sono state spazzate via da ristrutturazioni e delocalizzazioni. Il decollo della FIAT è speranza di una breve stagione. La stessa Cuneo, per anni presentata come isola felice, vede chiusure di industrie, licenziamenti, il moltiplicarsi del precariato giovanile.

La recessione ormai in atto colpisce frontalmente i/le lavoratori/trici dipendenti, i/le disoccupati/e, i/le pensionati/e a basso reddito, settori crescenti di ceto medio. Oltre ai/alle giovani cui viene offerto un futuro segnato da incertezza e assenza di prospettive.

 

Siamo convinti che questa situazione derivi – non solo, ma anche- dalla assenza delle forze comuniste e di sinistra, dalla mancanza di una alternativa politico- sociale.

Anche in una fase difficilissima, segnata da polemiche, divisioni, diverse letture e proposte, crediamo che ci spettino tre compiti importanti:

  •  la difesa e progressiva ricostruzione di una presenza comunista nel nostro paese e nella nostra zona
  •  l’unità d’azione, su temi concreti, delle forze di sinistra
  •  la collaborazione delle forze democratiche contro gli attacchi alla Costituzione e alle liberta individuali e collettive

 

Nessuno dei tre compiti è semplice e lineare.

La ricostruzione di una presenza comunista, motivo per cui Rifondazione nacque nel 1991, rifiutando la deriva occhettiana, cozza contro lo stallo in cui siamo caduti negli ultimi anni, contro la degenerazione di pratiche e costumi, contro la caduta, non solo di immagine, dovuta alla inefficacia della nostra partecipazione al governo.

Serve un vero processo di RIFONDAZIONE: nella democrazia interna al partito, nella pratica sociale, in un grande lavoro teorico (dopo la, più o meno recente, voluta devastazione), in una valutazione storica non reticente sulle esperienze del “socialismo reale”, nella ricostruzione di una organizzazione efficace, democratica e aperta al dialogo e al confronto con realtà esterne.

La ricostruzione di una forza comunista non significa chiusura, ma è strumento per una unità d’azione e su temi concreti, con le forze democratiche e di sinistra, con associazioni, gruppi, circoli, comitati, realtà ambientaliste, pacifiste, di radicalismo religioso, impegnate sulla democrazia di genere.

 

In questo quadro e in questa prospettiva è chiara l’importanza delle prossime elezioni europee, provinciali e comunali (6- 7 giugno). In particolare davanti alle divisioni, polemiche, scissioni e mini-scissioni che hanno investito la nostra area dopo la sconfitta della Sinistra- L’Arcobaleno, ipotesi che molti di noi hanno sempre avversato e che ritengono definitivamente sepolta.

 

Crediamo che in vista delle elezioni provinciali sia opportuno proporre la formazione di una lista comunista, unitaria e aperta, che:

  •  unisca sotto uno stesso simbolo (quello storico del movimento operaio) forze anche diverse, tese a superare la dolorosa diaspora che abbiamo vissuto negli anni
  •  metta al centro non le alleanze e i posti, ma reali elementi di programma: * difesa dei redditi più bassi attraverso politiche pubbliche * difesa del patrimonio pubblico, dell’ambiente e rifiuto delle privatizzazioni * rifiuto delle politiche securitarie, xenofobe e razziste * partecipazione reale dal basso * moralizzazione della vita pubblica ad iniziare dalle eccessive spese per la “casta”
  •  veda nella campagna elettorale uno strumento * per riprendere un reale lavoro di base sui temi sociali, ambientali, sul drammatico nodo pace/guerra * per contattare non solo le (piccole) forze politiche organizzate, ma gruppi, associazionie i/le tanti/e militanti dispersi/e in questi anni di difficoltà e sconfitte * per mettere le basi non solo di un lista elettorale, ma di una unità politica che riunifichi le forze comuniste.

 

Ci rivolgiamo, quindi, a Rifondazione comunista, al Partito dei comunisti italiani, a Sinistra Critica, al Partito comunista dei lavoratori, ma soprattutto a chi – senza tessera- crede ancora, nell’attuale drammatica situazione politica e sociale a livello nazionale e internazionale nella necessità e possibilità di ricostruzione di una forza comunista, democratica e rinnovata, quanto mai indispensabile in questa società globalizzata.

 

 

 

 

 

Per una lista comunista alle prossime elezioni provinciali.

 

Un governo di destra tra i peggiori in Europa.

Una situazione sociale drammatica che colpisce il lavoro dipendente, i diritti individuali e collettivi, i pensionati, le conquiste sindacali, settori crescenti di ceto medio.

Una situazione internazionale sempre più drammatica, segnata dalla guerra permanente e dal crescente divario tra centro e periferia

I rischi di attacco alla stessa democrazia, alla Costituzione in un crescente distacco dall’impegno e dall’interesse politico di settori crescenti della popolazione.

 

La sconfitta delle forze comuniste e di sinistra, derivata dalla loro inefficacia nella partecipazione al governo Prodi e dalla caduta morale- sociale- teorica che hanno vissuto, aggrava questo quadro.

E’ ovvia, quindi, l’importanza delle prossime elezioni europee ed amministrative:

  •  per impedire che il governo di destra si trasformi in regime
  •  per segnare una ripresa delle forze comuniste e di sinistra.

 

Anche in provincia di Cuneo non facciamo questioni di posti o di carriere. Poniamo alcuni temi dirimenti, particolarmente in questa drammatica situazione economico- sociale:

  •  difesa dei redditi più bassi attraverso politiche pubbliche
  •  difesa del patrimonio pubblico, dell’ambiente, rifiuto delle privatizzazioni
  •  rifiuto di politiche securitarie, xenofobe, razziste e difesa degli spazi di democrazia ad iniziare dalla Costituzione repubblicana
  •  rilancio della partecipazione dal basso
  •  moralità pubblica, ad iniziare dalla messa in discussione dei privilegi della casta

 

Proponiamo che su questi temi, declinati nella realtà locale, si inizi la costruzione di una lista che raccolga i/le comunisti/e organizzati/e in strutture di partito o “senza tessera” e sia aperta al contributo e alla partecipazione di gruppi, associazioni, circoli, di formazioni pacifiste e internazionaliste, ambientaliste, interessate alla democrazia di genere, convinte della necessità di rilanciare i movimenti e – al tempo stesso- di ricostruire un riferimento politico organizzato.

Siamo convinti che dopo anni di divisioni e fratture, invertire la diaspora comunista potrebbe dare fiducia a tanti/e e, al di là degli immediati risultati elettorali, costruire il primo passo per la ricostruzione di una forza comunista strumento anche per una unità d’azione delle forze di sinistra e democratiche.